Torno al mio diario dopo 11 giorni in cui mi sono dedicato completamente, dalla mattina alla sera, alla costruzione del mio nuovo sito web, che è già online e che è possibile visitare qui: www.alessiotrerotoli.com. Il lavoro è stato lungo, in alcuni momenti anche un po’ frustrante, ma posso orgogliosamente dire che è finito. Ci sono alcuni dettagli che vorrei sistemare (ad esempio le pagine Shop e About), ma ci penserò con calma, l’importante è che le gallerie fotografiche siano proprio come le avevo desiderate.
Tornando alla stretta attualità non ho davvero molto da dire. La routine va avanti più o meno tranquilla ma ora che sono passati 42 giorni dall’inizio dell’isolamento comincio ad avvertire un forte bisogno di uscire. Vivo in una strada privata di circa 50 metri in cui vivono in totale non più di 20 persone, quindi per fortuna posso scendere ogni tanto a fare avanti e indietro, giusto per prendere un po’ d’aria e muovere il corpo ed è interessante come non si incontri davvero quasi mai nessuno, anche se comunque mi è difficile rilassarmi fuori dalla porta di casa. Sono i miei 10 minuti d’aria quotidiani e ormai me li tengo stretti, in attesa del fatidico 4 maggio. Paola mi ripete che anche dopo il 4 usciremo comunque poco e con molta paura, e ritengo che la realtà non sarà così lontana. Ormai la casa è la nostra comfort zone, dove il virus non può arrivare, quindi soprattutto all’inizio sarà difficile uscire senza pensare continuamente a quando torneremo a casa, unico luogo dove possiamo davvero rilassarci.
Tuttavia non guardo molto al futuro, ho sempre vissuto alla giornata e dopo 42 giorni non ho cambiato il mio modo di vedere le cose. Il mio motto Poi si pensa a volte potrebbe essere un boomerang, ma spesso mi è di grande aiuto: è inutile crearsi delle ansie per cose che non si possono né prevedere né controllare. Ogni tanto mi domando quando potrò riprendere normalmente la mia attività di fotografo e le teorie che mi ronzano in testa mi spaventano un po’, poi però mi concedo un altro Poi si pensa e torno alle mie cose.
Libri, cinema e musica come sempre sono il mio nutrimento e prendo spunto da una splendida idea di Yuri Rasin per raccontarvi un po’ cosa mi sta allietando in questo periodo:
- Ieri sera ho finito di leggere Open di Andre Agassi ed è incredibile quanto possa essere interessante, coinvolgente, pieno di ispirazione, anche per chi come me non è mai stato un grande appassionato di tennis (conosco perfettamente le regole e ho visto qualche match quando ero adolescente, anche dal vivo, ma non mi sono mai davvero avvicinato a questo sport). Si tratta di un librone di 500 pagine che ti cattura sin dalla prima pagina e che non riesci più a smettere di leggere.
- Sto guardando un film ogni sera e mi sto concentrando sul cinema degli anni 40, 50 e ogni tanto 60: ci sono così tanti film meravigliosi che meritano di essere riscoperti ed è splendido dopo aver lavorato al pc tutto il giorno stendersi sul divano e trovarsi di fronte un film di Billy Wilder, Fritz Lang o John Ford, giusto per citarne alcuni. Per approfondire il discorso sulle mie mie visioni da quarantena vi rimando al mio blog di cinema Una Vita da Cinefilo.
- Sto ascoltando tante cose diverse in questo periodo, ma la mia ossessione della settimana è questa splendida canzone di Glen Hansard, When Your Mind’s Made Up, scritta per la colonna sonora di Once, che non riesco davvero a smettere di ascoltare (e, ogni tanto, di suonare alla chitarra). Quando invece ho bisogno di un po’ di carica e di qualcosa di più ottimista, un paio di ascolti di questa versione di No Surrender di Springsteen cantata e suonata da 1000 persone mi rimette davvero al mondo.
Siamo già al 20 aprile. Ancora un po’ di pazienza e lentamente le cose torneranno ad aggiustarsi. Per il momento restiamo a casa e restiamo al sicuro, per il resto: poi si pensa.
