Prima settimana completa di clausura, le giornate in qualche modo son passate e la buona notizia è che ancora non mi sono trasformato in Jack Torrance. Il sole di questa domenica primaverile cozza con il sacrificio di dover restare a casa, ma è giusto e necessario, quindi mi limito a godermi la luce che mi investe. Sento alcune persone lamentarsi per il bel tempo, in realtà una giornata di pioggia o di cielo grigio per quanto mi riguarda renderebbe la situazione ancora più deprimente. Funziono fondamentalmente ad energia solare e anche se non posso uscire la semplice vista del sole mi rallegra.
Nei giorni scorsi su Facebook e Instagram ho lanciato questa sorta di progetto comune, ho chiesto alle persone di inviarmi via mail (a.trerotoli@gmail.com) una fotografia con la vista dalla loro finestra per realizzare un album di cartoline allo scopo di sentirci vicini nonostante la distanza. Mi sono arrivate le prime immagini da Roma, da Peschiera Borromeo (Milano) e addirittura dal Brasile e dall’Argentina. Sto ancora cercando di capire in che modo e dove pubblicarle, ma sento che è qualcosa che mi farà bene.
Il mio dono di oggi è stato scendere sotto casa e prendere cinque minuti di aria all’angolo con la piazza deserta, dove ogni tanto vedevo passare un’automobile. Ho pensato che sarebbe carino portarmi la tazzina con il caffè sotto casa ogni tanto per sorseggiarlo all’aria aperta, visto che vivo in una stradina privata e non ho balconi. Il fatto di essere in una piccola strada con solo tre palazzine da due piani rende il discorso dei flash mob totalmente inesistente da queste parti. Alle 18 sento riecheggiare vagamente le canzoni che stanno accompagnando gli italiani in questi pomeriggi di chiusura, ma nella mia strada non avviene niente di ciò che vedo sui video postati sui social. Per cercare di fare la mia parte (e soprattutto per passare il tempo) ho vinto la timidezza e ho suonato “Il cielo è sempre più blu” appoggiandomi al davanzale della finestra, ma io e la mia chitarra eravamo gli unici spettatori di uno spettacolo senza partecipanti.
Mi piacerebbe moltissimo poter uscire a fotografare questo momento storico, ma so che non è necessario, che il mondo può decisamente fare a meno delle mie immagini, quindi mi rassegno e mi accontento di fotografare qualche momento dentro casa e qualche scorcio fuori dalla finestra: nel terrazzino accanto al mio palazzo un bambino ha colorato un lenzuolo e l’ha appeso alla ringhiera. Ogni tanto mi affaccio e rileggo quelle parole come un mantra: andrà tutto bene. Domani comincia una nuova settimana, forza e coraggio a tutti voi, a tutti noi.



Siamo in due a desiderare di documentare questo deserto ma nello stesso tempo restiamo a casa per fare il nostro dovere… Una guerra tra due sentimenti opposti… Con la scusa del cane qualche foto la scatto, ma più per ricordare che tasto devo premere. Vie vuote, pochissime persone. Qualcuno che fa sport. Il nulla laddove prima c’erano frotte di persone. Però l’aria è più pulita. Una cosa buona c’è
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Torneremo a fotografare presto e con rinnovata ispirazione! Teniamo duro 😉
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